Profumi

All’inizio del XVIII secolo nacque nell’arte la tendenza a rappresentare la realtà attraverso la camera oscura. Per mezzo di questo dispositivo si produssero dipinti di straordinaria qualità estetica, che ci trasferirono le immagini delle architetture veneziane e di molte altre città italiane ed europee. Parlo dei grandi vedutisti: Canaletto, Bellotto, Guardi, Pannini, Carlevarijs. Artisti che presero, come modelli, l’espressione estetica più alta del loro tempo, ossia le magnifiche architetture, i superbi palazzi, le chiese e le piazze delle loro città.
In base a questo criterio storico artistico ho rappresentato uno degli oggetti più simbolici della nostra contemporaneità. Le bottiglie di profumo sono una della massime aggregazioni dello stile e del design dei nostri tempi. Tutto è sostenuto da un gusto contemporaneo e dalla necessità comunicativa di attrarre l’attenzione del pubblico (come poteva essere per il cittadino veneziano di cui sopra), che nella nostra epoca diventa sostanzialmente un consumatore. La bottiglia di profumo quindi deve coniugare esigenze di carattere prevalentemente commerciale con quelle di un’estetica condivisa o condivisibile, ossia deve accendere nell’immaginario del consumatore una generica idea di stile, eleganza, fascino e bellezza, per indurlo ad acquistare quello stesso bene, ma facendolo secondo un gusto riconoscibile, figlio della nostra contemporaneità. È un insieme quanto mai effimero, come lo sono i tempi nei quali si riflette la nostra arte. Per questo, cerco di dare dialogo e porre l’accento su un aspetto creativo interessante ma dato spesso per scontato: il design commerciale contemporaneo, la cui durata dello stile che manifesta spesso non si protrae oltre una stagione, ma che nasce da uno studio attento e profondo dei materiali e dei volumi, un lavoro attento ed intenso, destinato a durare una stagione: la stessa cultura dell’arte provvisoria presente in altre epoche con le monumentali ed effimere celebrazioni dei potenti nelle corti Rinascimentali. Le bottiglie di vetro che accolgono i profumi, con le loro forme, i materiali lucenti di cui sono fatte, le loro trasparenze e i riverberi, la scomposizione della luce del vetro che la rifrange, sono tutti stimoli sinestetici del nostro presente. Tento di darne una rappresentazione teatrale, proponendo nella complessità della composizione un dialogo metafisico ispirato all’opera di Giorgio Morandi, che seppe magnificamente esprimere nelle sue opere lo spirito immanente ed assoluto che anima l’imperscrutabilità degli oggetti.